Cos’è il pregiudizio?
Il pregiudizio è un’opinione preconcetta che si può manifestare tramite idee, comportamenti o valutazioni negative. Le caratteristiche negative vengono attribuite preventivamente ad un gruppo o una categoria, in assenza di una conoscenza diretta e di una distinzione tra singoli membri. I pregiudizi sono alla base dei comportamenti discriminatori a cui assistiamo quotidianamente.
E’ possibile limitarli?
Sì, è possibile ed è alla portata di tutti, basta osservare anziché valutare. Si può modificare il pregiudizio verso qualcuno o qualcosa, solamente se ci si avvicina e si cerca di osservarlo senza filtri e senza voler confermare opinioni e preconcetti già posseduti. In questo articolo verranno illustrati i principali pregiudizi sugli psicologi per provare a chiarire maggiormente in cosa consiste il loro lavoro. Solamente conoscendo più da vicino la professione si può sconfiggere il pregiudizio che trattiene eventuali clienti dal rivolgersi a queste figure professionali.
Affrontiamoli ora uno per uno cercando di confutarli:
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“LO PSICOLOGO E’ PER I MATTI”: perché è sbagliato?
Perché tra le persone che si rivolgono a questa figura professionale possiamo trovare coloro che soffrono di gravi disturbi psichici, ma anche persone che stanno affrontando un periodo difficile che tutti noi potremmo trovarci a fronteggiare (inserimento scolastico, lutto, difficoltà relazionali), oppure persone che vorrebbero migliorare la propria qualità di vita ed infine, ci sono coloro i quali desiderano compiere un viaggio conoscitivo all’interno di se stessi.
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“LO PSICOLOGO E’ PER I DEBOLI ED IO VOGLIO FARCELA DA SOLO”: perché è sbagliato?
Dopo ripetuti tentativi falliti di cercare soluzioni a problemi presenti, perché non rivolgersi ad un professionista qualificato? Riconoscere disagi e limiti personali è un grande atto di coraggio ed è essenziale per poter maturare. In ogni caso, la responsabilità ed il merito di un cambiamento positivo è attribuibile solamente al cliente, quindi anche qualora egli si avvalga del confronto con lo psicologo per superare i momenti di difficoltà, può attribuire esclusivamente a se stesso i passi avanti fatti, non alla figura dell’esperto.
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“LO PSICOLOGO POTREBBE MANIPOLARE LA MIA MENTE”: perché è sbagliato?
Come recita il Codice deontologico degli psicologi: “Lo psicologo rispetta l’autonomia e le credenze dei suoi pazienti, si astiene dall’imporre il suo sistema di valori e non usa in modo inappropriato la sua influenza …”. Fermo restando, ovviamente, che è necessario rivolgersi a psicologi iscritti all’Ordine per avere una garanzia di professionalità e qualificazione, nessuno psicologo abusa della sua posizione all’interno della relazione clinica per manipolare o indurre il cliente a fare cose che non vuole. Tutto il lavoro dello psicologo ha come obiettivo principale il raggiungimento del benessere psicofisico del proprio cliente.
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“IO SONO FATTO COSI’ ”: perché è sbagliato?
Molte persone credono di essere nate con un determinato carattere e di non avere perciò altre alternative di comportamento, mentre in realtà noi esseri umani abbiamo sia la responsabilità di come ci comportiamo che il potere di regolare le nostre reazioni. Ed entrambe queste caratteristiche si possono sviluppare lavorando su se stessi.
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“NESSUNO PUÒ CAPIRE IL MIO DOLORE” (oppure: “come potrà capirmi qualcuno che non ha affrontato il mio stesso problema?): perché è sbagliato?
L’esistenza di questa credenza è ciò che in parte alimenta e sostiene il malessere provato, in quanto ci si sente soli nella sofferenza che è percepita come non condivisibile con gli altri. Ma, anche se il professionista non ha vissuto in prima persona le situazioni che gli vengono sottoposte dai pazienti, egli utilizza tre strumenti per aiutare l’Altro: esperienza maturata nel tempo, formazione continua, empatia (abilità di mettersi nei panni altrui).
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“E’ IMPOSSIBILE RISOLVERE I PROBLEMI SOLO PARLANDO”: perché è sbagliato?
Perché il linguaggio non serve solamente per descrivere la realtà, ma anche per costruirla e assegnarle significati. Parlare, quindi, ci aiuta a confrontarci e cambiare il modo in cui attribuiamo significati al mondo e modificando, di conseguenza, i nostri comportamenti. Lo scambio ed il confronto, infatti, ci aiutano a vedere le cose secondo diverse prospettive e ad allargare i nostri orizzonti.
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“LA TERAPIA DURA TROPPO”: perché è sbagliato?
Perché non è detto. La durata del percorso, infatti, dipende da molteplici fattori, tra cui la problematica da affrontare, la disponibilità del cliente e il modo in cui egli reagisce alla terapia. Ci sono alcuni percorsi che possono durare anni, ed altri solo alcune sedute.
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“LO PSICOLOGO COSTA TROPPO”: perché è sbagliato?
Perché non tutti hanno le stesse tariffe. Ci sono professionisti privati con prezzi più o meno modici, strutture pubbliche con prezzi calmierati e strutture private che offrono delle convenzioni. Per saperne di più, dunque, bisogna consultare direttamente lo specialista.
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“PER QUALE MOTIVO RIVOLGERSI A UNO PSICOLOGO QUANDO POSSO PARLARE AD UN AMICO?”: perché è sbagliato?
Perché le due relazioni hanno una natura completamente differente. Lo psicologo, innanzitutto, è più obiettivo in quanto non coinvolto in dinamiche affettive col paziente, anche per questo motivo gli si può parlare liberamente e di qualsiasi cosa senza avere il timore di rompere equilibri quotidiani nella relazione. Inoltre, lo psicologo è sempre concentrato sul paziente, creando così uno spazio accogliente utile al cambiamento e all’esplorazione. Infine, lo psicologo possiede competenze e strumenti adatti ad affrontare difficoltà strutturate appresi durante gli anni di studio e formazione.
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“AH… SEI PSICOLOGO? ALLORA DEVO STARE ATTENTO A CIO’ CHE DICO O MI ANALIZZI / STANOTTE HO SOGNATO… COSA VUOL DIRE?”: perché è sbagliato?
Lo psicologo, per quanto bravo egli sia, non è dotato di poteri paranormali, quindi non vi può capire al primo sguardo o leggere nella mente. Inoltre, i sogni (con i quali non tutti gli psicologi lavorano) non hanno un significato prestabilito ed immutabile, ma acquistano un senso solamente all’interno della vita della persona.
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