Di seguito potrai trovare le risposte alle domande più frequenti inerenti il percorso psicologico
- Conoscersi meglio al fine di sfruttare al massimo le proprie potenzialità, sia in ambito personale che lavorativo;
- Avere maggiore consapevolezze delle proprie risorse, sia personali che relazionali;
- Migliorare la qualità della sua vita;
- Ricerchi un maggiore equilibrio della propria affettività;
- Desideri avere delle relazioni lavorative più soddisfacenti;
- Superare un momento di difficoltà.
Assolutamente si; una delle migliori motivazioni, infatti, è la curiosità. In questo caso si tratterebbe di un percorso di conoscenza e consapevolezza di se stessi.
Assolutamente sì, ogni colloquio è protetto dal segreto professionale che obbliga lo Psicologo a non rilevare informazioni apprese durante le sedute, né ad informare altri circa le prestazioni effettuate (art. 11,12 e 13 del Codice Deontologico degli Psicologi, e Art. 622 del C.P.). E’, inoltre, sottoposto a segreto professionale il fatto stesso che una data persona sia assistita dallo psicologo.
Le stesse disposizioni valgono anche per le consulenze online: tutto ciò che verrà comunicato ad uno psicologo tramite e-mail, chat o videochiamata, è soggetto al segreto professionale.
I benefici potrebbero essere immediati: già alla fine della prima seduta si potrebbe avvertire un senso di sollievo ed alleggerimento.
Bisogna tenere in considerazione però che non tutte le sedute producono questo effetto: a volte se ne potrebbe uscire turbati. In questo caso non bisognerebbe spaventarsi in quanto anche il turbamento è un buon segnale: significa, infatti, che si sta lavorando profondamente.
Non c’è una risposta precisa a questa domanda, in quanto la durata di un percorso varia da persona a persona e dal tipo di problematica; ci sono alcuni casi che si “risolvono” dopo qualche incontro, altri che necessitano di un percorso più lungo. In ogni caso, si discute insieme al cliente durante il corso delle sedute per valutarne la durata.
Viene deciso da ambo le parti, in quanto viene utilizzato come argomento di confronto e di verifica accordandosi sulle modalità e sul momento adatto alla conclusione. Se ne parla liberamente con il cliente qualora lui stesso si senta meglio e non senta più il bisogno di continuare il percorso.
Consiglio innanzitutto di parlarne liberamente con il proprio psicologo in quanto questo confronto può aiutarlo a capire se commette qualche errore e, in questo caso, quali sono i punti critici e come migliorare l’alleanza. Qualora i problemi dovessero perdurare, puoi richiedermi una consulenza che potrà aiutarti a capire se è davvero il caso di cambiare.
Bisogna semplicemente ascoltare le proprie sensazioni: già nel primo colloquio potrai renderti conto se questo psicologo ti “piace a pelle” oppure se non ti trovi bene. Se ti senti a tuo agio, ben accolto e percepisci di poterti fidare di lui, allora è quello giusto.
No, lo psicologo non prescrive farmaci, che possono essere prescritti solamente dai medici; tuttavia, prima di cominciare una terapia farmacologica, consiglio sempre una consulenza psicologica. Bisogna infatti essere consapevoli che, salvo in casi molto gravi, i farmaci sono solo una “stampella” e non risolvono il problema a lungo termine. Comunque, in alcuni casi la terapia farmacologica è un buon sostegno e va affiancata alla terapia psicologica.
La seduta ha una durata di 50 minuti.
La frequenza delle sedute si concorda con il cliente durante il primo colloquio, tenendo conto della problematica e delle disponibilità dell’utente.
Solitamente comunico il costo delle sedute nel corso del primo colloquio conoscitivo, qualora venga appurato che possa essere utile un percorso psicologico e che io sia la persona adatta.
Ciascun dato sensibile o informazione trasmessa sarà trattata nel rispetto della privacy, in base all’art.13 del D.lgs n. 196/2003. Nessuna informazione può essere trasmessa a terzi in mancanza del consenso del paziente.